Intelligenza artificiale: una rivoluzione che non fa paura

Le quattro generazioni sono pronte per la transizione digitale, una trasformazione che è già iniziata e verso cui non ci sono resistenze di alcun tipo. L’intelligenza artificiale è il progresso, le obiezioni ideologiche sono considerate ottuse e anacronistiche: gli effetti positivi si vedono già oggi e domani saranno ancora più evidenti.
Un plebiscito intergenerazionale
Non esistono discrepanze rilevanti tra Gen Z e Boomer, Millennial e Generazione X su questo tema. Le opportunità sono a 360 gradi, perché la tecnologia aiuta a socializzare, a formarsi e informarsi, e apre orizzonti nuovi anche nel tempo libero. A convincere del digital sono la velocità, il ruolo da facilitatore che assume in molteplici aspetti delle nostre esistenze, gli automatismi e la personalizzazione rispetto alle proprie esigenze che permette. L’intelligenza artificiale, vista come un potenziamento del digital, ci sarà sempre di più e sempre meglio: chatbot, app e assistenti virtuali stanno già migliorando le nostre vite, la loro utilità è evidente a tutti e non c’è bisogno di alcuno sforzo di adattamento.
L’intelligenza artificiale è il futuro
Insomma, l’intelligenza artificiale è il nostro futuro, come risponde con convinzione il 37% degli intervistati a specifica domanda (in un range che va dal 40% della Gen Z al 32% della Generazione X; i Boomer sono sopra media con il 38%, i Millennial perfettamente in linea con il 37%), e tra i fattori in grado di fare la differenza nel domani l’innovazione è il più gettonato, con il 30%; secondo il campione la rivoluzione tecnologica avrà un impatto decisivo in particolare sulla medicina (45%) e sul mondo del lavoro (40%). Quando si tratta di descrivere l’intelligenza artificiale le definizioni sono varie, ma comunque sempre improntate alla fiducia e all'entusiasmo: realtà virtuale che si intreccia al quotidiano (22%), creatività (21%), qualcosa che esploderà (21%), nuove esperienze (19%) e un mondo senza limiti (19%), anche se per metà degli intervistati l’IA costituisce un aiuto ma il fattore umano rimane insostituibile (55% che diventa un 67% per i Boomer).
Digital e cultura finanziaria
Il ruolo pervasivo della tecnologia si riflette anche su risparmi e investimenti. La presenza del digital è sempre più rilevante, incisiva e significativa anche da questo punto di vista. Il 39% di chi si informa in materia finanziaria lo fa usando i social, ma questo non vuol dire che ci si fidi acriticamente di quanto si trova in rete. I fininfluencer, per esempio, non diventano punti di riferimento: possono dare spunti e consigli, ma non ne emerge nessuno in grado di catturare trasversalmente o in modo particolare le quattro generazioni. Per quanto riguarda il futuro, l’intelligenza artificiale è considerata da tutti una stampella fondamentale nella gestione virtuosa dei risparmi, ma emerge qualche piccola differenza tra i segmenti del campione: la Gen Z è convinta che sarà uno strumento per formarsi ma anche per ricevere indicazioni importanti sui mercati, la Generazione X e i Millennial sono più concentrati sull’autonomia che ne ricaveranno e sul fatto che semplificherà la gestione degli investimenti , mentre i Boomer temono che serviranno competenze specifiche per usarla correttamente, ma condividono l’opinione generale sulla sua comodità e sul risparmio in termini di tempo che garantisce.
L’incognita Metaverso
Il Metaverso, infine, è visto come uno scenario d’investimento plausibile, ma solo i più giovani lo indicano come una sperimentazione visionaria. Prevale in generale l’idea che sia un’incognita nebulosa. I Millennial lo liquidano infatti al momento come un gioco, per la Generazione X è una complicazione, per i Boomer è qualcosa fuori portata. Perché diventi davvero appetibile, secondo gli intervistati, va raccontato dal principio, sostanziato di contenuti, reso concreto e credibile in area finanziaria e nelle sue applicazioni.
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