Interesse per le criptovalute? Le domande da porsi prima di investire in bitcoin

Caratteristiche principali
Cosa si aspettano gli investitori dalle criptovalute?
Il potenziale rendimento è frenato dalla volatilità
È consigliabile un approccio prudente
Weekly Market Compass: tutti gli investitori si chiedono se le criptovalute siano adatte alle loro esigenze. Queste riflessioni possono aiutare a prendere una decisione.
È arrivato il momento di scrivere un altro articolo sulle criptovalute. La marea di domande sulle criptovalute che ho ricevuto non mi sorprende alla luce dell’IPO di Coinbase e dei massimi storici toccati dal bitcoin all’inizio di questa settimana (seguiti dalle marcate flessioni dei prezzi durante il fine settimana).
Naturalmente, la domanda più frequente che mi viene posta è “Il mio portafoglio deve includere un’allocazione bitcoin?” È una domanda non diversa da quelle che mi sono state poste alla fine del 2017 quando il bitcoin era in voga e al centro dell’attenzione dei media. Tuttavia, ora la differenza è che queste domande mi vengono poste non solo dagli investitori retail, ma anche dagli istituzionali.
La domanda critica sulle criptovalute
Quando valutiamo l’inclusione di un asset in un portafoglio, dobbiamo porci una semplice domanda: cosa apporta questo asset al portafoglio? Nel caso di un’asset class alternativa — investimenti diversi dalle tradizionali azioni e obbligazioni — l’obiettivo primario è solitamente la diversificazione.
Il bitcoin ha storicamente registrato una bassa correlazione con le asset class tradizionali quali l’Indice S&P 500. Per esempio, dal 1° gennaio 2011 al 31 marzo 2021, la correlazione tra bitcoin e S&P 500 è stata di 0,151. Tuttavia, tale correlazione è aumentata sulla scia della crescente popolarità del bitcoin salendo a un livello molto più elevato, ossia 0,66, nel periodo dal 1° gennaio 2020 al 31 marzo 20211. Ciò indica che il bitcoin probabilmente non offre più i consistenti vantaggi in termini di diversificazione offerti un tempo. Questo non significa comunque che altre criptovalute non offrano tali vantaggi.
Naturalmente, il potenziale di apprezzamento del capitale può essere un obiettivo altrettanto importante e il bitcoin ha registrato un’ascesa strepitosa passando da appena 314,50 dollari USA al 2 gennaio 2015 a un nuovo massimo di 64.000 dollari all’inizio della scorsa settimana2. E potrebbe teoricamente salire a livelli decisamente più elevati qualora altri investitori retail e istituzionali decidessero di inserirlo nei loro portafogli. Tuttavia, ha anche registrato estrema volatilità e pesanti drawdown, come attestato dal calo significativo subito la scorsa settimana quando, dopo aver toccato un massimo storico, è rapidamente sceso al di sotto di 54.000 dollari2.
I potenziali investitori devono riconoscere questo profilo rischio/rendimento. Dal 2011, il bitcoin è stato scambiato al di sotto dei massimi nel 93,6% delle giornate1. Si tratta di un dato migliore rispetto all’oro che nello stesso periodo è stato scambiato a livelli inferiori ai massimi nel 98,4% delle giornate, ma peggiore in rapporto all’Indice S&P 500, scambiato al di sotto dei massimi solo nell’86,6% delle giornate1. L’elemento importante è però che il bitcoin, nelle giornate in cui si è collocato al di sotto dei massimi, è stato mediamente scambiato a un livello del 53,5% inferiore a essi.1 Per contro, quando l’oro si è collocato al di sotto dei massimi, è stato mediamente scambiato a un livello del 25,6% inferiore ai massimi e, nel caso dello S&P 500, tale percentuale è stata del 3,8%1. In altre parole, quando i prezzi del bitcoin scendono, tendono a farlo in modo pesante. Altre criptovalute hanno anch’esse registrato forti apprezzamenti ed evidenziano una volatilità analoga, con drawdown consistenti. In altri termini, le criptovalute hanno storicamente offerto livelli significativi di rischio e rendimento.
Tra le altre motivazioni al desiderio di detenere asset class alternative vi possono essere la capacità di coprire l’inflazione e quella di protezione dal rischio geopolitico. Per esempio, alcuni investitori inseriscono l’oro nei portafogli nell’intento di coprire l’inflazione, anche se storicamente l’oro si è dimostrato una copertura efficace contro l’inflazione solo in alcune occasioni. Poiché le criptovalute sono relativamente nuove, non vi è alcun track record da esaminare per stabilire se storicamente abbiano evidenziato tali caratteristiche. Resta pertanto da vedere se le criptovalute possano offrire una copertura per tali rischi.
Quattro ulteriori considerazioni sulle criptovalute
Vi sono altri quattro aspetti di cui gli investitori devono essere a conoscenza:
- Regolamentazione. Prima di tutto vi è la possibilità di una regolamentazione delle criptovalute, che non è detto sia necessariamente negativa. Per esempio, una regolamentazione potrebbe rafforzare la fiducia nell’investimento in criptovalute. Tuttavia, potrebbe comportare anche costi aggiuntivi, potenzialmente in grado di fare scendere i prezzi delle criptovalute. Un’estrema regolamentazione potrebbe inoltre determinare la chiusura dei mercati locali delle criptovalute e un divieto all’uso delle criptovalute stesse.
- Ambiente. Il bitcoin non è l’investimento più ecocompatibile. Il bitcoin ha una media di circa sette transazioni al secondo, ciascuna delle quali richiede una quantità consistente di elettricità: 951 KWh per transazione3. Tendo a pensare che alcuni investitori istituzionali potrebbero essere oggetto delle pressioni di gruppi richiedenti la cessione di investimenti non ecocompatibili come il bitcoin. La buona notizia è che altre criptovalute di primo piano usano una quantità decisamente minore di energia.
- Concorrenza. Al di là dell’essere la prima criptovaluta di successo e un’invenzione rivoluzionaria che ha coinciso con la nascita della blockchain, il bitcoin non ha molte altre caratteristiche peculiari. Altre criptovalute hanno alcune analogie con il bitcoin e vi è la concreta possibilità che a mano a mano che il bitcoin si avvicina alla sua quantità di offerta terminale, venga soppiantato da un’altra criptovaluta tecnologicamente più avanzata ed efficiente. Questa possibilità complica l’attribuzione di un valore a lungo termine al bitcoin.
- Liquidità. Gli investitori sono probabilmente confusi dal numero di criptovalute sul mercato e scegliere in quale investire può essere difficile. Suggerisco di concentrare l’attenzione sulle criptovalute maggiori perché sono le più liquide: oltre al bitcoin, vi sono ethereum, ripple, litecoin e probabilmente alcune altre. Gli investitori devono tuttavia analizzare a fondo le diverse caratteristiche di ciascuna di tali criptovalute.
A questo punto, il bitcoin deve essere incluso in un portafoglio?
Ai clienti che mi chiedono se debbano inserire bitcoin nel loro portafoglio rispondo “dipende”. Dipende infatti da propensione al rischio, obiettivi d’investimento e altri fattori. A chi ritiene che le criptovalute siano appropriate per l’investimento, suggerisco di prendere in considerazione un’allocazione modesta e possibilmente di attuare una diversificazione tra alcune delle criptovalute principali, poiché ciascuna ha caratteristiche differenti. Consiglierei anche una diversificazione con altre asset class alternative come l’oro e l’immobiliare. Un regolare ribilanciamento può inoltre aiutare gli investitori sia a effettuare metodicamente prese di profitto sulla scia di rialzi dei prezzi che a sfruttare i ribassi; la gestione attiva dovrebbe a sua volta essere utile dato che la popolarità di varie valute tende ad aumentare e diminuire.
Con il contributo di Ashley Oerth, Investment Strategy Analyst.
Footnotes
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1 Fonti: Bloomberg, L.P. e Invesco.
2 Fonte: Coindesk.
3 Fonte: XRP Ledger.
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