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Mid year outlook 2025

Trascrizione: Invesco Mid-year Outlook 2025

Il contesto economico e politico globale sta attraversando una fase di rapidi cambiamenti, caratterizzata da una profonda riorganizzazione delle relazioni commerciali. L’incertezza legata alle politiche economiche ha registrato un forte incremento nella prima metà del 2025

La fase di crescita economica americana continua a mostrare segnali di rallentamento ma ancora una volta non direttamente associabili ad un rischio di frenata significativa; la traiettoria al ribasso è visibile ma ancora difficile stimarne l’entità.  

La guerra commerciale dovrebbe infatti iniziare a pesare sulla crescita, ma non è ancora evidente quale sarà il principale canale di trasmissione. Tra tariffe che deprimono i consumi, perdita di margini operativi delle imprese ed un calo della produzione industriale a seguito della recente corsa alle scorte di magazzino; le dinamiche del mercato del lavoro sono sempre più centrali.

Nel primo semestre si sono verificati sviluppi significativi anche in altre aree del mondo, che in tempi più ordinari sarebbero stati considerati i “temi dell’anno”. Nel mese di marzo, il Cancelliere tedesco Merz ha dichiarato l’intenzione di fare “tutto il necessario” per garantire la difesa dell’Europa, sospendendo il vincolo costituzionale del freno al debito pubblico e aprendo la strada a maggiori investimenti in infrastrutture e difesa. Questa decisione coraggiosa dovrebbe rappresentare un impulso positivo per la crescita europea nel prossimo decennio.

Anche la Cina sta adottando una politica fiscale più espansiva e si iniziano a intravedere segnali di miglioramento nei settori immobiliare e dei consumi. Il cammino di re-indirizzamento nelle dinamiche di crescita dalla manifattura da esportazione verso la domanda domestica continua, anche se incontra difficoltà nelle pressioni deflattive.

La Federal Reserve si trova in una posizione particolarmente complessa. Mentre la maggior parte dei dati reali non incorpora appieno una fase di rallentamento economico ed in superficie rimane una situazione di resilienza, i dati più legati alla fiducia di imprese e consumatori sono indicativi di un deterioramento delle aspettative. La Fed dovrebbe confermare un orientamento attendista e quindi potenzialmente restrittivo nei prossimi mesi, ma i tassi d’interesse potrebbero poi essere ridotti in modo deciso qualora si manifestasse un rialzo nel tasso di disoccupazione.

Il ciclo espansivo della Banca Centrale Europea si avvicina al termine, ma sta contribuendo a rafforzare la fiducia dei consumatori grazie ad un impulso del credito positivo e la trasmissione efficace dell’espansione monetaria.

La Bank of Japan rappresenta l’eccezione tra le principali banche centrali, mantenendosi ancora su un percorso di stretta monetaria. Ulteriori rialzi dei tassi potrebbero essere posticipati alla fine del 2025 o all’inizio del 2026, ma riteniamo che ve ne saranno altri, e questo dovrebbe continuare a sostenere lo yen giapponese.

Il nostro scenario macroeconomico base prevede una crescita che negli Stati Uniti sia destinata a rallentare nei prossimi mesi mentre potrebbero emergere pressioni inflazionistiche transitorie.  L’entità di questi effetti non sarà strutturale e quindi una risoluzione relativamente favorevole delle controversie commerciali, possibili tagli ai tassi Fed e l’impatto positivo delle misure di deregolamentazione, potrebbero sostenere la performance di economia e mercati nella seconda parte del semestre.

In Europa, i tagli dei tassi e l’intensificazione del sostegno fiscale dovrebbero contribuire a sostenere la crescita economica.

Il mercato del lavoro rimane particolarmente stabile ed il livello di reddito disponibile reale è solido.

In Giappone, il ritorno alla crescita dei salari reali dovrebbe sostenere i consumi interni, ma l’elevata dipendenza dall’export rappresenta un fattore di rischio per la crescita.

In Cina, l’aumento del sostegno alle dinamiche di domanda interna da parte di governo e banca centrale lascia intendere che la crescita cinese riuscirà a evitare un rallentamento significativo, nonostante le tensioni commerciali.

I mercati sembrano aver recuperato una maggiore stabilità dopo un periodo di estrema volatilità seguito dell’introduzione dei dazi reciproci e alle successive sospensioni nella loro applicazione.

Alla luce delle valutazioni attuali e delle crescenti pressioni al ribasso sulla crescita, riteniamo opportuno orientarsi verso segmenti di mercato di maggiore qualità. Le previsioni sugli utili aziendali sia nei mercati sviluppati sia in quelli emergenti sono soggette a possibili revisioni al ribasso guidate dagli Stati Uniti.

All’interno del mercato USA, privilegiamo fattori come bassa volatilità, qualità e dividendi elevati, riducendo al contempo l’esposizione ai titoli mega-cap.

Ci aspettiamo che le azioni dei mercati europei e asiatici possano sovraperformare anche nel proseguo dell’anno. Una fase più favorevole ai mercati azionari americani potrebbe aprirsi verso la fine dell’anno.

Con il forte focus del mercato rispetto alla sostenibilità fiscale americana e la relativa debolezza del dollaro, preferiamo l’esposizione a obbligazioni europee. Le curve dei tassi possono continuare a muoversi verso una maggiore inclinazione positiva, con i tassi a lungo termine più indirizzati al rialzo rispetto la parte a breve delle curve. Manteniamo un leggero sottopeso nel rischio di credito high yield.

Sugli asset alternativi adottiamo una preferenza per il debito privato rispetto al private equity, le valutazioni dei prestiti bancari offrono buone prospettive, mentre le valutazioni azionarie sono elevate e l’attività nei mercati dei capitali è scarsa.

Per quanto riguarda le materie prime, privilegiamo i metalli industriali per la loro bassa correlazione con altre asset class e la capacità di beneficiare di un’eventuale riaccelerazione economica.

Sul fronte valutario, favoriamo Euro e Sterlina britannica, mentre le valute emergenti, dopo le recenti performance positive, potrebbero continuare ad esprimere ulteriore valore.

Nel primo semestre del 2025, l’economia globale è segnata da incertezza e riorganizzazione delle relazioni commerciali. La crescita rallenta negli Stati Uniti, mentre Europa e Cina adottano politiche espansive per sostenere la domanda interna. Le banche centrali seguono approcci differenziati e i mercati mostrano maggiore stabilità. Le valutazioni di alcuni segmenti di mercato negli Stati Uniti determinano un equilibrio più incerto tra aspettative di crescita e potenziale di performance nei mesi estivi. Lo scenario di medio periodo rimane  comunque positivo, soprattutto per Europa e Asia.

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    Giugno 2025