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2023: l’approccio flessibile di Invesco alle obbligazioni

Invesco flexible approach for navigating market uncertainty paul jackson

Con contributi di Paul Jackson e dei team editoriali e degli investimenti di Invesco

Punti chiave
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In tutta Europa i risparmiatori si trovano di fronte allo stesso trend caratterizzato da inflazione in aumento. Anche gli investitori devono fronteggiare un dinamico contesto macroeconomico, ulteriormente complicato da fattori geopolitici.

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Se l’inflazione ha raggiunto il picco, come suggerisce il nostro scenario base, ecco una gamma di soluzioni obbligazionarie per gli investitori. Nel nostro modello di asset allocation, preferiamo il credito high yield e i mercati emergenti.

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Nello scenario alternativo di inflazione più persistente, vi è una preferenza per gli asset difensivi come liquidità e i titoli di Stato. Apprezziamo il credito investment grade in entrambi gli scenari.

Qual è la situazione attuale e come siamo arrivati a questo scenario?

Nel 2022 i prezzi hanno registrato aumenti generalizzati. Alla fine dell’anno, il prezzo del pane bianco nel Regno Unito è risultato mediamente più alto di circa il 30% rispetto a un anno prima1. A sud del Canale della Manica, in Francia, la fesa di manzo è rincarata del 6%2. In Germania il prezzo del latte è salito quasi del 35%3. In Italia, i prezzi dei ristoranti hanno registrato un incremento quasi dell’8% su base annua4. Nella penisola iberica, il costo del vino spagnolo è aumentato del 9,3%5. Il prezzo dei fiori nei Paesi Bassi è salito di circa il 7%6 e più a nord, in Svezia, i dolciumi sono rincarati del 16%7.

L’inflazione, come dimostrano i dati appena citati, ha sorpreso al rialzo lo scorso anno, costringendo gran parte delle Banche Centrali a revocare in modo repentino le misure di supporto che avevano sospinto i mercati finanziari. L’invasione russa dell’Ucraina non ha aiutato, dato che i prezzi delle materie prime sono saliti in misura maggiore di quanto avrebbero fatto altrimenti. 

La guerra di Vladimir Putin ha inoltre sottolineato la dipendenza dell’Europa dal petrolio e dal gas russi. Ogni Paese europeo ha dovuto ripensare il proprio mix energetico e considerare la sicurezza energetica rapportandola alle esigenze della transizione energetica. Sotto molti aspetti, il conflitto in Ucraina si è dimostrato uno stress test reale degli investimenti all’insegna dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG).  

Lo scorso anno è stato difficile per gran parte degli asset, incluso il reddito fisso. Oltre all’inflazione, all’inizio del 2022 la maggior parte delle categorie di asset presentava valutazioni elevate a causa delle politiche fiscali e monetarie estremamente accomodanti attuate durante la pandemia globale. 

Ora, l’inflazione elevata e i rialzi dei tassi d’interesse attuati come contromisura dalle Banche Centrali, sono a nostro avviso una ricetta per il rallentamento economico. Il fatto che ci aspettiamo un’ulteriore decelerazione dell’economia globale potrebbe indicare che siamo destinati a rimanere in un regime di contrazione nei prossimi mesi. In altre parole, una crescita in calo, al di sotto dei livelli di trend, con un rischio di recessione. Tuttavia, riteniamo che per gli investitori vi siano spazi per individuare rendimenti nel reddito fisso, malgrado il contesto economico difficile. 

Rapide considerazioni: i nostril scenari

Esploriamo due scenari potenziali per aiutarti a navigare l’attuale contesto macroeconomico e cogliere le opportunità che l’incertezza puà offrire

  • Il nostro scenario base è di calo dell’inflazione9. In questo scenario il portafoglio sovrappesa il rischio rispetto a un’allocazione neutrale. Ci aspettiamo una riaccelerazione della crescita, con rendimenti obbligazionari più elevati, politica monetaria più accomodante e crescente propensione al rischio globale.

    Cosa implica lo scenario base per il reddito fisso?

    Nel contesto di inflazione elevata che ha caratterizzato lo scorso anno, le Banche Centrali sono ricorse alla stretta monetaria (ossia rialzi dei tassi d’interesse) per cercare di contenere le pressioni inflazionistiche. Un’inflazione più bassa rimuove le pressioni che inducono le Banche Centrali ad attuare una stretta. I prezzi delle obbligazioni salgono quando i tassi d’interesse scendono ed è questo che accadrebbe nel nostro scenario base di calo dell’inflazione.

    L’inflazione riduce inoltre il valore dei pagamenti delle cedole di un obbligazionista. Di conseguenza, più bassa è l’inflazione, minore è l’impatto negativo sul valore reale della cedola. Gli asset più rischiosi (come per esempio il debito high yield e dei mercati emergenti) sono destinati a sovraperformare il credito di qualità. In questo scenario, ci aspettiamo che i tassi fissi sovraperformino quelli variabili e che la duration lunga sovraperformi quella breve.

La Figura 1 illustra una sintesi dei due scenari (calo dell’inflazione e inflazione persistente), in combinazione con le preferenze in termini di asset.

Per quanto riguarda il reddito fisso, il nostro scenario base ci consente di orientare le preferenze verso gli asset più rischiosi come il credito high yield e gli asset dei mercati emergenti, mentre lo scenario alternativo di inflazione elevata ci indurrebbe a preferire rigorosamente gli asset difensivi come liquidità e titoli di Stato, anche se apprezziamo il credito investment grade (IG) in entrambi gli scenari.   

Figura 1. Due scenari per il 2023 e i nostri asset preferiti

  Scenario base  Alternativo
Trend dell’inflazione Calo dell’inflazione Inflazione persistente
Politica delle Banche Centrali Picco dei tassi a metà 2023 Aumento dei tassi per tutto il 2023
Curve dei rendimenti Ulteriore inversione con svolta (tassi a breve in rialzo, tassi a lungo termine in ribasso) Ulteriore inversione (aumento dei rendimenti lungo la curva, ma più accentuato nel tratto a breve)
Crescita globale Rischio moderato di recessione poco profonda  Rischio elevato di recessione profonda
Regime di mercato Da contrazione a ripresa prima della fine del 1° trimestre 2023 Persiste il regime di contrazione
Valute preferite

Da USD a CAD

EUR         AUD

GBP         EM

USD

EUR

GBP

Asset preferiti

Da cash a credito HY

Titoli di Stato           Real Estate

Credito IG                             Azioni

                                            Metalli industriali

                                            Oro

Cash

Titoli di Stato

Credito IG

Fonte: Invesco. 

Strategie obbligazionarie nel 2023

In circostanze normali, gli asset obbligazionari difensivi (titoli di Stato e credito IG) sono di norma tra quelli che registrano le performance migliori in periodi come questi (sulla base delle performance storiche; cfr. Figura 2). Tuttavia, rileviamo che l’andamento degli asset finanziari nel 2022 non è stato in linea con il consueto regime di contrazione dato che, per esempio, gli asset obbligazionari hanno registrato performance insoddisfacenti al pari delle azioni. 

La recente performance di mercato suggerisce che possa essere in atto una transizione dei mercati finanziari verso un regime di ripresa, con performance migliori degli asset più rischiosi (come il credito high yield). Nonostante la possibilità che la decelerazione economica comporti volatilità di mercato e periodi di dubbio, presumiamo che la transizione verso un regime di ripresa possa essere completata entro la fine del primo trimestre del 2023.

Supponiamo che i partecipanti al mercato auspichino la fine del ciclo di stretta della Fed, in previsione di un picco dei tassi d’interesse a metà del 2023. Concordiamo con questa ipotesi.

Figura 2. Extra-rendimenti storici degli asset USA durante il ciclo economico

Note: le informazioni sui rendimenti dell’indice comprendono dati back-tested. I rendimenti, effettivi o back-tested, non sono garanzia di pari rendimenti futuri. Rendimenti mensili annualizzati da gennaio 1970 a dicembre 2021, o dal lancio dell’asset class se successivo. Sono inclusi gli ultimi dati disponibili al momento dell’analisi più recente. Extra-rendimenti delle asset class definiti come segue: azioni = MSCI ACWI - US T-bills 3-Month, high yield = Bloomberg Barclays HY - US T-bills 3-Month, bank loan = Credit Suisse Leveraged Loan Index – US T-bills 3-Month, investment grade = Bloomberg Barclays US Corporate - US T-bills 3-Month, titoli di Stato = FTSE GBI US Treasury 7-10y - US T-bills 3-Month. A puro titolo illustrativo. Per ulteriori informazioni, si rimanda alle appendici. Fonti: quadro proprietario del ciclo economico globale di Invesco Investment Solutions e Bloomberg L.P. 

Soluzioni di reddito fisso in diverse aree geografiche

Per gli Stati Uniti, ci aspettiamo il potenziale di rendimenti migliori per le obbligazioni a lunga duration e preferiamo il credito (sia IG che HY) ai titoli di Stato.

A nostro avviso i rendimenti migliori nel Regno Unito saranno probabilmente offerti dalle obbligazioni a lunga duration. Abbiamo una posizione neutrale a livello di credito e debito sovrano (il rischio elevato di recessione ridimensiona l’outlook per il credito rispetto agli USA).

In Europa è probabile che siano le obbligazioni con duration lunga a fornire i rendimenti migliori. Come per il Regno Unito, abbiamo una posizione neutrale a livello di credito e debito sovrano (il rischio elevato di recessione ridimensiona l’outlook per il credito rispetto agli USA).

Dopo la performance relativamente soddisfacente nel 2022, prevediamo che nel 2023 gli asset obbligazionari cinesi sottoperformeranno le analoghe emissioni dei mercati sviluppati. Prediligiamo gli strumenti con duration breve, con una leggera preferenza per il credito, sostanzialmente alla luce dei rendimenti più elevati.

Come evolve la curva dei rendimenti?

Nel nostro scenario base, il mercato si aspetta che i tassi delle Banche Centrali continuino a salire, offrendo quindi rendimenti della liquidità potenzialmente più elevati e determinando teoricamente un’ulteriore inversione delle curve dei rendimenti. La Figura 3 mostra che la Fed di norma prosegue la stretta all’incirca fino a quando la disoccupazione tocca il minimo. Tuttavia, poiché la disoccupazione era già estremamente bassa quando la Fed ha iniziato questo ciclo restrittivo (e l’inflazione è di conseguenza elevata), è possibile che la Banca Centrale statunitense voglia essere certa che la disoccupazione salga prima di porre fine ai rialzi. Di norma l’inversione della curva dei rendimenti (10 anni - 2 anni) continua fino a che la disoccupazione raggiunge il minimo (Figura 3). Qualora la disoccupazione toccasse il minimo (come crediamo), dovremmo solitamente aspettarci un irripidimento della curva dei rendimenti (escluso il tratto a scadenze brevissime, p.es. tre mesi). Anche se i rendimenti a breve termine scendono in misura maggiore di quelli a lungo termine, riteniamo che l’effetto della duration sia destinato a favorire le obbligazioni con scadenze lunghe e pertanto allunghiamo la duration. 

Figura 3. Disoccupazione USA, curva dei rendimenti e cicli restrittivi della Fed

Nota: le performance passate non sono garanzia di pari rendimenti futuri. Dati mensili da settembre 1986 a novembre 2022 (al 30 novembre 2022). Gli spread IG e HY sono calcolati sottraendo il redemption yield dell’ICE BofA US Treasury Index, dai redemption yield rispettivamente dell’ICE BofA US Corporate Index e dell’ICE BofA US High Yield Index. Le linee tratteggiate indicano gli spread medi nell’intero periodo illustrato. Fonte: ICE BofA, Refinitiv Datastream e Invesco 

La tesi a favore del credito high yield e investment grade

Nel nostro scenario base ora preferiamo il credito HY e IG al debito governativo. Nello scenario alternativo, le opzioni preferite sono invece il debito governativo e il credito IG.

Quando esaminiamo gli spread, notiamo che nel 2022 gli spread creditizi USA si sono allargati portandosi verso livelli storicamente normali, pur rimanendo al di sotto di tali benchmark (Figura 4). Rileviamo il potenziale di ulteriore allargamento degli spread creditizi man mano che le economie si indeboliscono, ma notiamo una recente contrazione riconducibile al fatto che i mercati iniziano ad aspettarsi la fine dell’inasprimento da parte delle Banche Centrali e la conseguente ripresa economica. Pur tenendo conto di un leggero allargamento di tali spread, le nostre proiezioni indicano che nel 2023 i rendimenti totali del credito saranno più elevati di quelli del debito governativo. 

Figura 4. Spread creditizi USA rispetto ai rendimenti dei Treasury (%)

Nota: le performance passate non sono garanzia di pari rendimenti futuri. Dati mensili da settembre 1986 a novembre 2022 (al 30 novembre 2022). Gli spread IG e HY sono calcolati sottraendo il redemption yield dell’ICE BofA US Treasury Index, dai redemption yield rispettivamente dell’ICE BofA US Corporate Index e dell’ICE BofA US High Yield Index. Le linee tratteggiate indicano gli spread medi nell’intero periodo illustrato. Fonte: ICE BofA, Refinitiv Datastream e Invesco 

Reddito fisso nei mercati emergenti

Ancora meglio, lo spread sul debito dei mercati emergenti (ME) appare più generoso del solito. La Figura 5 suggerisce che lo spread sul debito governativo dei ME denominato in dollari USA rispetto a quello degli USA è più ampio della norma (all’infuori dei periodi straordinari della crisi finanziaria globale e della recessione causata dalla pandemia Covid). L’indebolimento del dollaro USA che ci aspettiamo nel 2023 dovrebbe aiutare gli asset dei ME (a nostro avviso). Siamo più ottimisti per gli asset obbligazionari dei ME che per quelli dei mercati sviluppati (MS), data l’ipotesi di una contrazione dei relativi spread. A fronte di un indebolimento del dollaro USA, supponiamo inoltre che le versioni in valuta locale del debito dei ME siano destinate a sovraperformare quelle in valuta forte, seppure con maggiore volatilità. 

Figura 5. Spread dei rendimenti dei titoli di Stato in USD dei mercati emergenti rispetto agli USA (%)

Nota: le performance passate non sono garanzia di pari rendimenti futuri. Dati mensili da febbraio 2003 a novembre 2022 (al 30 novembre 2022). Il grafico illustra il differenziale tra il rendimento nello scenario peggiore (YTW) per il Bloomberg EM USD 7-10 Year Index e il rendimento a scadenza (YTM) dei Treasury decennali USA. Fonte: Bloomberg, Refinitiv Datastream e Invesco

Reddito fisso ed ESG: le opportunità

La guerra Russia-Ucraina ha avuto gravi conseguenze per il mix energetico dei Paesi europei, molti dei quali dipendevano dall’energia russa a basso prezzo. A fronte del conflitto, i governi dell’Unione Europea e del Regno Unito hanno dovuto rapidamente spostare l’attenzione dalla transizione energetica alla resilienza energetica. Di conseguenza, il 2022 è stato un anno record per i titoli del settore di petrolio e gas9.

In linea di massima, il segmento ESG di norma non dovrebbe avere una natura ciclica, ma la mancanza di esposizione ai titoli dell’energia introduce un elemento ciclico. Una parte della nostra tesi di calo dell’inflazione nello scenario base prevede che i prezzi dell’energia scendano e che il gas con ogni probabilità arretri nel 2023. A nostro avviso ciò indebolirà i titoli energetici, il che potrebbe consentire agli indici ESG di sovraperformare.

Nel caso del reddito fisso, il calo dell’inflazione aiuterà probabilmente gli asset a rischio più elevato (come per esempio il credito HY e gli asset dei ME). Per quanto riguarda il segmento ESG, ciò implica una maggiore attenzione alla gestione del rischio ai fini della protezione dal downside poiché, dati i timori di recessione, una gestione appropriata è destinata a dimostrarsi essenziale per far fronte alla tempesta.

Vi sono due ragioni alla base della potenziale crescita dei segmenti del reddito fisso ed ESG nel 2023. La prima è che il reddito fisso consente di acquisire esposizione sia ai Paesi che alle società. I Paesi stanno differenziandosi in misura crescente a livello di politiche ambientali, per esempio in materia di clima e biodiversità, la qual cosa permette a un gestore obbligazionario attivo di destinare il capitale ai titoli sovrani di tali Paesi. Inoltre, il reddito fisso consente di effettuare allocazioni isolate specifiche mirate all’utilizzo di proventi con benefici sociali o ambientali. Ciò permette agli investitori che sono interessati a perseguire tali obiettivi di beneficiare di un’esposizione più mirata rispetto a quella che si può ottenere nel caso delle azioni.

Il secondo punto importante è che riscontriamo un maggiore interesse per le esposizioni a indici ESG obbligazionari, dato che i veicoli attuali disponibili sono focalizzati sulle azioni. Una delle aree di attenzione del mercato nel 2023 è lo sviluppo di indici ESG obbligazionari in ambito ETF, per esempio, che consentano agli investitori di acquisire un’esposizione di mercato ampia entro un contesto ESG.

Cathrine de Coninck-Lopez, Global Head of ESG

Private Credit e un portafoglio diversificato  

Il Private Credit è considerato un’opzione valida per un portafoglio diversificato, indipendentemente dal contesto economico. Rispetto agli asset pubblici, i mercati privati offrono un reddito migliore grazie all’esposizione a un rischio addizionale di credito e liquidità. Tuttavia, i rendimenti non correlati rispetto alle tradizionali azioni e obbligazioni quotate si traducono spesso in un reddito robusto e differenziato, riducendo la volatilità.  

E questo per una serie di motivi. I senior secured loan, per esempio, hanno la priorità nella struttura di capitale e si sono dimostrati resilienti nell’arco di interi cicli economici e vari contesti di tassi d’interesse. Per esempio, a partire dal 1992 i senior loan hanno registrato rendimenti positivi in 28 anni su 31. Gli asset hanno registrato buone performance anche in periodi di recessione. I dati dimostrano inoltre che i default effettivi sono stati inferiori ai default impliciti in tutto il ciclo di mercato.   

Nel mercato del distressed debt, gli investitori possono individuare opportunità “evergreen” a prescindere dal ciclo del credito.  

Al contempo, i prestiti diretti nel middle market offrono alcuni dei rendimenti più interessanti in termini di credito in bonis e premi rispetto ai mercati del debito liquidi. Inoltre, il middle market è vasto. Solo negli Stati Uniti comprende oltre 200.000 società e vi è una notevole disponibilità di private equity che persegue investimenti in questo mercato.

Nonostante numerosi aumenti dei tassi nel 2022, i senior loan USA hanno registrato performance costanti nel corso dell’anno e sovraperformato altri asset rischiosi (Figura 6).  

Figura 6. Rendimenti costanti dei prestiti in netto contrasto con altri asset rischiosi nel 2022

Fonte: dati Pitchbook LCD, Bank of America, Merrill Lynch, Bloomberg al 31 dicembre 2022. 

Se si ritiene che il nostro scenario alternativo abbia maggiori probabilità di prevalere – vale a dire che l’inflazione si dimostri ostinata e le Banche Centrali proseguano la stretta più a lungo – gli asset del Private Credit potrebbero rivelarsi interessanti. Numerosi investimenti nel Private Credit hanno tassi variabili, il che significa che le cedole incassate dagli investitori aumentano man mano che i tassi d’interesse salgono. Ciò può contribuire ad attenuare il rischio di inflazione e di tasso d’interesse. 

Qualora la Fed continuasse a innalzare i tassi d’interesse, gli investitori potrebbero cominciare a dubitare della capacità degli emittenti di servire il debito. Tuttavia, sebbene in tale scenario gli indici di copertura degli interessi siano destinati a scendere, il mutuatario medio è entrato in questo ciclo in una forte posizione.  

Perché riteniamo che lo scenario base sia di “calo dell’inflazione”

L’outlook per il reddito fisso è inestricabilmente legato alle prospettive di crescita rispetto a quelle di recessione. Dopo il rimbalzo marcato seguito alla profonda recessione globale nel 2020, la dinamica sembra essersi indebolita. Non è solo il settore manifatturiero a soffrire: anche i mercati immobiliari e l’attività edilizia stanno indebolendosi in molti Paesi (ad esempio gli Stati Uniti). Dal momento che l’inflazione erode i redditi reali, l’Europa ha le maggiori probabilità di subire una recessione, a nostro avviso. Ciò è dovuto ai prezzi elevati del gas naturale nella regione, a seguito delle forniture limitate dalla Russia (e del desiderio dell’Europa di trovare fonti energetiche alternative). È inoltre probabile che gli effetti negativi delle sanzioni commerciali imposte alla Russia si facciano maggiormente sentire in Europa. Per contro, poiché la Cina ha registrato una minore inflazione rispetto a molte altre grandi economie e la Banca Centrale Cinese ha attuato una politica accomodante (a causa dell’economia debole), presumiamo che possa sfuggire al peggio del rallentamento in Occidente.

Riteniamo che l’inflazione scenderà nella maggior parte dei Paesi nel 2023. In primo luogo, le cause più immediate di inflazione quali l’aumento dei prezzi delle materie prime e le turbative nelle catene di fornitura ora sono meno intense. In effetti, negli ultimi mesi i prezzi delle materie prime sono diminuiti e il guadagno su base annua ha ora virato in negativo. I prezzi delle materie prime iniziano pertanto a spingere al ribasso, anziché al rialzo, l’inflazione. Di conseguenza, ci aspettiamo che l’inflazione headline scenda al di sotto dell’inflazione core nella maggior parte dei Paesi nei prossimi mesi e trimestri; resta quindi l’interrogativo circa l’evoluzione dell’inflazione core.

Guardando al di là delle cause più immediate di inflazione e concentrandoci sui problemi alla radice, supponiamo che il colpevole vada ricercato nell’aggressiva espansione monetaria degli ultimi anni. I governi hanno dovuto proteggere i flussi di cassa delle famiglie e l'economia durante le fasi iniziali della pandemia per evitare una recessione profonda. Ciò ha richiesto un aumento consistente del debito pubblico, che è stato facilitato dalle Banche Centrali, in particolare quelle impegnate ad acquistare obbligazioni. La Figura 7 illustra come l’accelerazione della crescita dell’aggregato monetario USA sia stata seguita da una ripresa dell’inflazione core. Tuttavia, la crescita dell’aggregato monetario è ora decisamente inferiore. Crediamo che ciò apra la strada a un possibile calo futuro dell’inflazione core. Più in concreto, riteniamo che la crescita salariale sia un fenomeno ciclico destinato a essere smorzato dalla maggiore disoccupazione. È inoltre probabile che l’aumento dell’inflazione dei costi abitativi (costi di locazione, ecc.) si attenui man mano che i prezzi delle abitazioni scendono.

Figura 7. Aggregato monetario USA e inflazione (% a/a)

Sulla base dei dati mensili da gennaio 1960 a novembre 2022. L’area ombreggiata si riferisce al periodo da gennaio 1965 a gennaio 1980. Fonte: Refinitiv Datastream e Invesco

Presumiamo che le Banche Centrali non attendano che l’inflazione scenda ai rispettivi obiettivi prima di porre fine ai rialzi dei tassi. Supponiamo che abbiano semplicemente bisogno di prove che l’inflazione proceda nella giusta direzione. I mercati finanziari sembrano essere d’accordo: i tassi impliciti di mercato suggeriscono un’aspettativa di picco dei tassi delle Banche Centrali primarie a metà del 2023, con la possibilità di tagli dei tassi entro la fine del 2023. L’ipotesi è che la Fed e la Bank of England siano più vicine alla fine dei loro cicli di rialzi dei tassi rispetto alla BCE. Presumiamo che nel corso del 2023 ciò continuerà a indebolire il dollaro USA (una valuta a nostro avviso costosa e ora giunta al picco).  

Lo scorso anno si è rivelato più denso di eventi del previsto sul piano politico. I risultati delle elezioni in Australia, Brasile e Francia sono stati in linea con le previsioni, contrariamente a quelli delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti. La politica britannica ha a sua volta scosso i mercati globali in settembre. Tuttavia, l’evento geopolitico più significativo dell’anno (l’invasione russa dell’Ucraina) era sostanzialmente imprevisto e potrebbe aver contribuito a un incremento dei premi al rischio tra i vari asset finanziari.

In prospettiva, le situazioni di stallo tra i Democratici e i Repubblicani a Washington e tra Russia e Ucraina, e le mai sopite tensioni Cina-USA, potrebbero essere i temi dominanti nel 2023. Ora che i Repubblicani hanno assunto il controllo della Camera dei Rappresentati USA, è probabile che gli scontri sul tetto del debito diventino nuovamente una caratteristica consueta del processo legislativo che potrebbe di tanto in tanto turbare i mercati.  

Benché sia a nostro avviso improbabile che le elezioni previste del 2023 abbiano conseguenze per i mercati finanziari, alcune di esse potrebbero rivelarsi interessanti. Le elezioni locali nel Regno Unito potrebbero fare capire se Rishi Sunak abbia riparato il danno arrecato alla posizione del Partito Conservatore negli ultimi anni. Le elezioni in Spagna sembrano destinate a concludersi con una virata dalla sinistra al centro-destra (sulla base dei sondaggi di opinione), anche se la formazione di un governo potrebbe nuovamente dimostrarsi difficile. Infine, i sondaggi di opinione indicano che le elezioni presidenziali in Turchia potrebbero concludersi con una sconfitta del Presidente Erdogan, indipendentemente dal candidato del Partito Popolare Repubblicano (posto che si tratti di elezioni libere ed eque).

Con contributi dei team editoriali e degli investimenti di Invesco

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  • AuM in soluzioni obbligazionarie pari a 313,72 miliardi di dollari USA
  • >45 anni di investimenti nei mercati obbligazionari

Fonte: Invesco al 31 dicembre 2022.

Appendice: Definizioni di dati e benchmark

  • Fonti: i nostri dati sono tratti da Refinitiv Datastream salvo altrimenti indicato.

     

    Cash: i rendimenti si basano su un indice proprietario calcolato usando il tasso LIBOR (London Interbank Offer Rate) overnight pubblicato dalla Intercontinental Exchange Benchmark Administration. Dal 1° gennaio 2022, utilizziamo il tasso di deposito overnight Refinitiv per l’euro, la sterlina britannica e lo yen giapponese. Il tasso globale è la media dei tassi di euro, sterlina britannica, dollaro USA e yen giapponese. La serie è iniziata il 1° gennaio 2001 con un valore di 100.

     

    Oro: prezzo spot sul London Bullion Market in dollari USA/oncia troy.

      

    Obbligazioni societarie investment grade (IG): indici Bank of America Merrill Lynch delle obbligazioni societarie investment con range storici che iniziano il 31 dicembre 1996 per l’indice globale, il 31 gennaio 1973 per l’indice in dollari USA, il 1° gennaio 1996 per l’indice in euro, il 31 dicembre 1996 per l’indice in sterline britanniche, il 6 settembre 2001 per l’indice in yen giapponesi e il 31 dicembre 2004 per l’indice cinese. I rendimenti e i risultati per i mercati emergenti si basano sull’indice Bloomberg delle obbligazioni societarie dei mercati emergenti in dollari USA, con il range storico che inizia il 28 febbraio 2003.

     

    Obbligazioni societarie high yield (HY): indici high yield Bank of America Merrill Lynch con range storici che iniziano il 29 agosto 1986 per l’indice in dollari USA e il 31 dicembre 1997 per gli indici globali e in euro.

     

    Azioni: le valutazioni degli indici azionari si basano sui rendimenti da dividendi con utilizzo degli indici di riferimento Datastream e range storici che iniziano il 1° gennaio 1973 per gli indici globale, USA, Europa-Regno Unito escluso e Giappone, il 31 dicembre 1969 per l’indice del Regno Unito, il 2 gennaio 1995 per l’indice dei mercati emergenti e il 26 agosto 1991 per l’indice delle Azioni A cinesi.

     

    Immobiliare: utilizziamo gli indici FTSE EPRA/NAREIT, con range storici che iniziano il 29 dicembre 1989 per gli indici USA, Europa-Regno Unito escluso, Regno Unito e Giappone, il 18 febbraio 2005 per l’indice globale e il 31 ottobre 2008 per l’indice dei mercati emergenti.

     

    Materie prime: indice Goldman Sachs Commodity con range storici che iniziano il 31 dicembre 1969 per gli indici per tutte le materie prime e i prodotti agricoli, il 31 dicembre 1982 per l’indice relativo all’energia, il 3 gennaio 1977 per l’indice relativo ai metalli industriali e il 2 gennaio 1973 per quello relativo ai metalli preziosi. Per “materie prime industriali” si intendono petrolio & gas e metalli industriali.

     

Considerazioni sui rischi

  • Per informazioni sui rischi complessivi, si prega di far riferimento alla documentazione d'offerta. Il valore dei titoli azionari e dei titoli legati ad azioni può risentire di diversi fattori, come ad esempio le attività e i risultati dell’emittente e le condizioni economiche e di mercato sia generali che regionali. Ciò può determinare fluttuazioni del valore del Fondo.

Informazioni importanti

  • Accettando questo documento, acconsenti a comunicare con noi in italiano, salvo diversamente specificato. Dati al 15 dicembre 2022, salvo altrimenti indicato. 

     

    Il presente documento costituisce materiale di marketing e non deve essere interpretato come una raccomandazione a comprare o vendere in nessuna specifica classe d’attivo, nessun titolo o strategia. I requisiti normativi che necessitano l'imparzialità delle raccomandazioni d’investimento/di strategia d’investimento non sono quindi applicabili, né costituiscono un divieto alle contrattazioni prima della pubblicazione. Le informazioni fornite sono a puro titolo informativo, non devono essere considerate una raccomandazione per l'acquisto o la vendita di titoli.

    Le opinioni espresse da professionisti o da un centro d’investimento Invesco si basano sulle attuali condizioni di mercato, possono differire da quelle espresse da altri professionisti, sono soggette a modifiche senza preavviso e non devono essere considerate una consulenza finanziaria.