Strategie Income per i Millenial
Next Gen e neolinguaggi finanziari: Nuove generazioni e nuove priorità per la Ricerca di Reddito.
Il mondo della finanza è trendy!
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, oggi i millenials (25 -34 anni) e la Z Tribe (18-24 anni) considerano la finanza e gli investimenti strumenti indispensabili per la loro progettualità. Hanno imparato dalla famiglia l’importanza del risparmio, ma proprio come i genitori tendono a mantenere i propri risparmi sul conto corrente. Attratti da forme di investimento “young” come i bitcoins e gli ntf, considerano importante l’educazione finanziaria e il ruolo della consulenza personalizzata.
Prediligono i social, Instagram primo fra tutti, per la formazione e vedono il consulente come una persona competente, esperta, rassicurante e vicina, in grado di svolgere una funzione di guida educativa e di rapportarsi in modo diretto come partner. Entrambe le generazioni si aspettano un consulente al passo con i tempi, dinamico e preparato, in grado di capire le loro esigenze rispetto a quelle delle passate generazioni.
I millennials cercano un linguaggio semplice, chiaro e diretto, capace di rendere accessibili quei temi che ancora oggi sembrano essere prerogativa di pochi e un atteggiamento informale ed empatico.
Il futuro del Pianeta è fra le priorità più importanti per poter pensare e progettare il loro avvenire.
I millennials cercano un linguaggio semplice, chiaro e diretto, capace di rendere accessibili quei temi che ancora oggi sembrano essere prerogativa di pochi e un atteggiamento informale ed empatico.
Il futuro del Pianeta è fra le priorità più importanti per poter pensare e progettare il loro avvenire.
Navigando a vista fra inflazione e bassi tassi di interesse
Durante la pandemia, i risparmi di oltre il 25% dei millenials e dei giovani della generazione Z hanno avuto un vero e proprio boom. Tuttavia, inflazione e tassi di interesse stanno erodendo i depositi bancari.
Fra spese per l’acquisto della prima casa e per i viaggi, per queste due generazioni, la ricerca di reddito aggiuntivo sta diventando una necessità.
Reddito sostenibile
Invesco mira a generare reddito sostenibile in molteplici modi: dalle strategie che supportano la transizione energetica all’attività di engagement dei team di gestione dei fondi che cercano di promuovere politiche di sviluppo sostenibile all’interno dei CdA delle aziende contenute in portfolio.
Invesco ha inoltre sviluppato un’ampia gamma di ETF sostenibili, che consentono di investire negli indici ESG e di accedere a soluzioni tematiche mirate a costi economici.
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I prezzi delle abitazioni sono alle stelle e molti millennial non sono in grado di accedere al mercato immobiliare. Chi riesce ad acquistare la prima casa, nella maggior parte dei casi lo fa in un’età più avanzata rispetto ai suoi genitori.
Per questa ragione, i millenial che destinano una buona parte dei loro soldi al risparmio, dovrebbero prestare particolare attenzione agli effetti dell’inflazione. Soprattutto in un contesto di bassi tassi d’interesse. Un portafoglio diversificato di asset che generano reddito potrebbe costituire un’interessante alternativa.
In questo articolo illustriamo le tematiche importanti per i millennial.
Negli investimenti sostenibili non esiste una soluzione universale. Per questo, un buon punto di partenza può consistere nel selezionare un gestore affidabile e professionale.
La tua società d’investimento segue una politica di investimento sostenibile?
Ha aderito a iniziative settoriali e forme di engagement collaborativo? Quali fonti di dati utilizza per valutare il track record di un’azienda in materia di sostenibilità?
Attento al “greenwashing”, ovvero a quelle aziende che, pur presentandosi come sostenibili, dietro le quinte hanno un impatto ambientale negativo. Investitori e agenzie di regolamentazione cominciano a rendersene conto. Tuttavia, è importante rimanere sempre vigili.
È importante ricordare che ogni fondo adotta un approccio d’investimento diverso. Cerca quindi di capire sempre qual è l’approccio ESG che corrisponde maggiormente ai tuoi obiettivi e valori. Per esempio:
- Cerchi un fondo con uno specifico obiettivo ESG, dichiarato esplicitamente nella sua documentazione legale? O preferisci un fondo che integri i criteri di sostenibilità nell’ambito della profilazione complessiva di rischio e rendimento?
- Sei disposto a investire solo nelle aziende che effettivamente mirano a migliorare i loro criteri di sostenibilità ed escludere le altre?
- Se il Fondo è gestito attivamente, i suoi gestori conducono attività di engagement con le imprese in cui hanno investito, allo scopo di promuovere i criteri ESG? Utilizzano il loro diritto di voto per indirizzare le decisioni aziendali verso i criteri di sostenibilità?
- Se il fondo adotta un approccio passivo, quale indice di riferimento replica?
Il cambiamento climatico in atto è ormai diventato il fattore ESG più importante. La decarbonizzazione sta quindi diventando uno se non il primo obiettivo attuativo di molte aziende.
In Invesco la valutazione dei parametri legati alla decarbonizzazione sono una componente fondamentale del processo di integrazione ESG. Il nostro strumento proprietario di rating ESGintel incorpora i dati del Carbon Disclosure Project, della Science-Based Targets Initiative e della Transition Pathway Initiative.
Queste analisi e rating supportano la nostra attività di engagement con le aziende, per promuovere cambiamenti che incidano in maniera duratura nel processo di decarbonizzazione del pianeta. Nel 2020 abbiamo condotto attività di engagement con oltre 2.000 aziende. Oltre 870 di tali attività si sono concentrate sul fattore “E” di “ESG”. Abbiamo anche esercitato il nostro diritto di voto in circa 10.000 assemblee societarie.
Nel 2012, Deutsche Bank pubblicò un’analisi contenente oltre 100 casi di studio sugli investimenti sostenibili , rilevando che nel 100% dei casi le aziende con rating ESG elevati avevano costi di capitale inferiori. Nell’89% dei casi, venne inoltre riscontrata una sovraperformance di mercato.
Quest’analisi è avvalorata anche da dati più recenti.
Uno studio del 2020, condotto da accademici statunitensi e francesi, ha evidenziato che gli investitori sono disposti a pagare 0,70 dollari USA in più le azioni di un’azienda che ha un comportamento ESG positivo, mentre per le aziende con un approccio ESG neutrale vorrebbero pagare 0,90 dollari USA in meno per azione.
Analogamente, una ricerca di Morgan Stanley ha rilevato che il 65% dei fondi sostenibili si è posizionato nella parte alta della classifica della rispettiva categoria Morningstar del 2019 e quasi la metà dei fondi sostenibili Large Cap Blend ha superato lo S&P 500. E’ un risultato quasi raddoppiato, rispetto a quello del tradizionale universo dei fondi Large Cap Blend, dove solo il 26% supera solitamente il benchmark di mercato.
Maggiori dettagli nell’articolo “Investimenti responsabili: luoghi comuni da sfatare”.