Global Debt Team: il panorama per il prossimo anno

Sebbene il quadro macro si sia evoluto negli ultimi sei mesi, riteniamo che rimanga compatibile con una crescita economica che registra un ritmo superiore al potenziale grazie alle condizioni finanziarie accomodanti. Il principale cambiamento durante il periodo è stato costituito dall’inflazione. In questo quadro, illustriamo le nostre view per il prossimo anno.
Inflazione: breve interludio o destinata a durare?
L’inflazione, inizialmente considerata transitoria, sta ora configurandosi come più persistente. Ciò detto, la preoccupazione dei mercati non è tanto se l’inflazione sia transitoria o meno, quanto se la Fed dubiti del proprio quadro e proceda a una stretta della politica in risposta alle pressioni politiche o interne. Qualora lo dovesse fare, l’impatto è destinato a rivelarsi negativo per i prezzi degli asset statunitensi, ma non altrettanto sfavorevole per quelli degli asset globali.
Continuiamo a ritenere che l’inflazione sarà transitoria, ragionando in un quadro di mercato di 12 mesi. Le forze che l’alimentano sono difficili da prevedere nel breve periodo in quanto riconducibili alle strozzature sul fronte dell’offerta in un periodo di domanda globale superiore alla norma. A nostro avviso, tale problema di domanda è decisamente più critico per la questione dell’inflazione a lungo termine.
Affinché l’inflazione sia persistente e non transitoria, le politiche fiscali negli Stati Uniti e a livello globale dovrebbero rimanere per periodi più lunghi e non solo per quello attuale. Storicamente, l’inflazione è stata un fenomeno monetario e non fiscale. Nell’attuale contesto, è quasi interamente alimentata dalle politiche fiscali, salvo nel caso di alcuni mercati emergenti che hanno raggiunto livelli straordinariamente accomodanti.
A livello globale, nei prossimi anni non crediamo che il ruolo delle politiche fiscali sarà analogo a quello storicamente osservato. Se non altro, è probabile che rappresentino una forza significativamente minore in termini di creazione di domanda superiore alla norma. In tale contesto, riteniamo che l’inflazione sarà transitoria.
Protagonisti fondamentali: come risponderanno i mercati sviluppati ed emergenti?
Il divario tra i tassi di riferimento nei mercati emergenti e sviluppati continuerà ad aumentare in termini nominali e ci aspettiamo che ciò si traduca in un significativo divario a livello di tassi reali nel 2022, in un quadro di abbattimento dell’inflazione in vari mercati emergenti. A nostro avviso, l’andamento dei tassi nella maggior parte dei mercati high yield offre premi addizionali sufficienti a offrire stabilità.
Inoltre, ci aspettiamo che la Cina fornisca il supporto politico necessario per la stabilità. Il rallentamento in Cina a metà dell’anno è stato uno dei principali motivi dell’instabilità della crescita globale negli ultimi sei mesi. Il fatto che la Cina si sia riconcentrata su una crescita inclusiva e abbia privilegiato politiche ridistributive, ha determinato una decelerazione della crescita.
Malgrado l’allentamento delle politiche sia fiscali che monetarie, è probabile che la Cina si rifocalizzi sugli scambi con l’estero nell’ambito del suo mix di politiche. La Cina vanta surplus commerciali prossimi a livelli record, un fattore a nostro avviso destinato a continuare.
Cosa ci aspetta dietro le quinte?
Vi sono alcune condizioni generali che, se soddisfatte, possono creare il contesto per migliori performance relative e assolute su un orizzonte di investimento di tre anni nell’asset class dei mercati emergenti.
Tali condizioni comprendono:
- Tassi d’interesse nominali elevati nei mercati emergenti, con tassi d’interesse reali potenzialmente elevati nell’immediato futuro
- Debolezza, o quanto meno stabilità, del dollaro USA
- Prezzi delle commodity stabili o più elevati e miglioramento della ragione di scambio
- Basse valutazioni
- Andamento prevedibile delle condizioni finanziarie USA, in particolare i tassi d’interesse
- Estremo pessimismo del mercato attuale
Esaminando questi criteri, immaginiamo che gran parte di essi siano soddisfatti, con la maggiore incertezza riguardante le condizioni finanziarie USA.
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