
Rassegna trimestrale sul private credit: le reazioni del mercato al "Liberation Day"
Gli esperti dei team di Invesco dedicati a prestiti bancari, direct lending e credito in sofferenza condividono le loro opinioni sul 2° trimestre del 2025.
I rendimenti nel credito immobiliare commerciale hanno tratto vantaggio dall’incremento dei tassi d’interesse avvenuto negli ultimi due anni. E sebbene le banche centrali abbiano iniziato a tagliare i tassi di riferimento, il settore del credito immobiliare commerciale resta a nostro avviso attrattivo per tre motivi:
I tassi di riferimento delle banche centrali restano significativamente al di sopra dei livelli pandemici, mentre i relativi target più a lungo termine sono di gran lunga superiori ai livelli registrati a seguito della crisi finanziaria globale, contribuendo a sostenere i rendimenti.
Fonti: Invesco Real Estate, utilizzando i dati storici di Moody’s Analytics a ottobre 2024 e la previsione mediana del Federal Open Market Committee (FOMC) al 18 settembre 2024 (ultimo dato disponibile). Secondo il FOMC, le proiezioni di lungo periodo rappresentano la valutazione di ciascun partecipante circa il valore a cui ciascuna variabile dovrebbe convergere nel tempo, in presenza di una politica monetaria adeguata e in assenza di ulteriori shock per l’economia. Le stime e le previsioni annuali si riferiscono alla fine degli anni solari. Le dichiarazioni prospettiche non sono garanzia di risultati futuri. Poiché tali dichiarazioni comportano rischi, incertezze e ipotesi, non vi è alcuna garanzia che i risultati effettivi non differiscano sostanzialmente dalle previsioni.
Dall’inizio del 2022 i valori degli asset immobiliari hanno subito un calo in quasi tutti i principali mercati globali a causa di tassi d’interesse elevati e di una crescita economica in via di rallentamento. Negli Stati Uniti, ad esempio, i dati di Green Street mostrano che i prezzi nell’immobiliare commerciale non quotato hanno toccato il proprio picco a marzo del 2022 e, da allora, sono scesi fino ad agosto di quest’anno in media del 21%, con variazioni a seconda della tipologia di immobile. Una correzione di entità simile è stata osservata anche nei mercati europei, con una variazione leggermente meno ampia nell’area dell’Asia Pacifico (per la stabilità dei tassi d’interesse giapponesi nel corso di questo periodo). Per chi investe in debito immobiliare oggi, ciò significa che le dimensioni dei prestiti erogati con capitali appena raccolti saranno fissate a fronte di valori dei collaterali inferiori ai picchi di inizio 2022, il che può determinare un minor rischio nella struttura del capitale.
L’incremento proposto dei requisiti patrimoniali per gli istituti di credito può portare a una riduzione dei finanziamenti erogati da banche creando un divario che può essere colmato dai finanziatori non bancari. Le banche, tradizionalmente, sono tra i principali fornitori di credito immobiliare commerciale a livello globale con una quota pari a circa il 50% negli Stati Uniti, al 60% nel Regno Unito e a oltre l’80% in Europa e in Australia1.
Considerando questi fattori nel loro insieme, rendimenti potenzialmente superiori ai livelli pre-crisi finanziaria globale e una base ridotta stanno attirando l’attenzione verso gli investimenti in credito immobiliare non quotato. Inoltre, l'accesso alle opportunità potrebbe espandersi in quanto l'applicazione delle normative bancarie attualmente proposte potrebbe frenare l’erogazione di credito da parte di banche nell’immobiliare commerciale, creando un divario che può essere colmato dai finanziatori alternativi.
Gli esperti dei team di Invesco dedicati a prestiti bancari, direct lending e credito in sofferenza condividono le loro opinioni sul 2° trimestre del 2025.
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Le attuali turbolenze a breve termine e la volatilità sono un segnale anticipatore di un movimento ciclico o di un riorientamento strutturale degli investimenti nel settore immobiliare commerciale?