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L’iniziativa cinese Belt & Road nel contesto post-pandemia

L’iniziativa cinese Belt & Road nel contesto post-pandemia

Aseguito della diffusione globale del coronavirus, molti Paesi hanno messo in atto lockdown, quarantene, oltre a misure di distanziamento sociale e sono destinati a registrare perdite senza precedenti provocate dal drastico calo dell’attività economica. Lo shock per il PIL globale e le potenziali difficoltà di finanziamento amplificheranno probabilmente l’impatto sulle economie dei mercati emergenti a causa dei loro sistemi sanitari relativamente meno sviluppati e dei livelli di debito più elevati.

Benché l’impatto del Covid-19 sulla futura crescita economica globale e le interazioni sociali rimanga incerto, cerchiamo di analizzarne le ripercussioni sulla BRI rispondendo alle domande seguenti.

Nel 1° trimestre del 2020, l’economia cinese ha subito per la prima volta da decenni una contrazione. In che modo la Cina bilancerà l’impegno a gestire le questioni interne guidando al contempo la BRI all’esterno?

Nel primo trimestre, l’economia interna cinese ha subito una contrazione del 6,8% su base annua dovuta all’epidemia di coronavirus.1 Sebbene la capacità cinese di fornire costanti finanziamenti agli altri Paesi non ne abbia risentito– le riserve valutarie sono rimaste costanti, riteniamo che nel breve termine la Cina si concentrerà in misura crescente sulle questioni interne.

In prospettiva, la Cina promuoverà probabilmente una gamma più ampia di opzioni di finanziamento e un maggior numero di progetti multilaterali nel quadro BRI. Le varie opzioni di finanziamento, destinate a coinvolgere molteplici stakeholder nei progetti BRI, potrebbero migliorare la gestione progettuale e ridurre la dipendenza dai capitali cinesi.

I finanziamenti privati e i cofinanziamenti hanno svolto un ruolo crescente nei progetti BRI anche prima della pandemia.

Prevediamo che l’attuale situazione accelererà il processo. A marzo 2019, il Ministero delle Finanze cinese ha sottoscritto un memorandum d’intesa con varie banche multilaterali allo scopo di istituire un Multilateral Cooperation Centre for Development Finance. Secondo una ricerca di Refinitiv BRI Database, il 27% dei finanziamenti totali per progetti Belt & Road è giunto dal settore privato o società quotate.2 Benché il dato sia ampiamente inferiore al 46% dei finanziamenti da istituzioni governative, prevediamo che la componente privata aumenterà parallelamente all’incremento del numero di progetti multilaterali e alla crescente apertura cinese alla multilateralizzazione della BRI.3

Oltre ai progetti multilaterali, il funding sui mercati finanziari potrebbe contribuire a compensare la scarsità di capitale cinese. Secondo un sondaggio condotto nel 2020 da Central Banking su 30 banche centrali nell’area BRI, un discreto numero di intervistati si aspetta che i finanziamenti per i progetti BRI arrivino dai mercati finanziari.4 Per esempio, la London Stock Exchange supporta la BRI attraverso una serie di servizi e iniziative. Alla fine del 2019, aveva facilitato la raccolta di capitali azionari pari a 80 miliardi di dollari USA e capitale di debito per 170 miliardi di dollari USA.5 Cerca inoltre di fornire una “infrastruttura di quotazione di prim’ordine” alla BRI.

Invesco Fixed Income prevede che un maggior numero di progetti multilaterali e una gamma più ampia di opzioni di finanziamento conferiranno un grado più elevato di trasparenza, efficienza e sostenibilità ai progetti BRI nel complesso, favorendo potenzialmente i relativi Paesi destinatari. Nonostante il ventaglio più vasto di opzioni di finanziamento e progetti multilaterali, ci aspettiamo che in futuro la Cina fornisca un importante supporto ai progetti Belt & Road. Per esempio, a marzo la China Development Bank ha annunciato che erogherà finanziamenti a basso costo e speciali linee di liquidità in valuta alle società coinvolte nei progetti Belt & Road.

Interazioni legate alla pandemia tra Cina e Paesi Belt & Road

Dopo la comparsa della Pandemia, il Presidente Xi ha spesso parlato della creazione di una Via della Seta sanitaria. La Cina è stata il primo Paese ad avere apparentemente contenuto il virus e ha quindi donato attivamente attrezzature e materiali medici ad altri Paesi Belt & Road. Secondo i media, la Cina ha donato almeno 40 milioni di mascherine ad altri Paesi (Figura 2). La maggior parte delle donazioni è stata effettuata in Asia, in prevalenza Iran e Corea del Sud. Anche i Paesi europei, in particolare l’Italia, hanno ricevuto consistenti donazioni. La Cina ha inviato esperti medici all’estero per aiutare i Paesi Belt & Road (Figura 3) e numerose aziende tecnologiche cinesi ora esportano prodotti e servizi legati al coronavirus. Alibaba ha offerto la propria guida alla risposta al coronavirus a vari Paesi e Huawei ha donato attrezzature per reti wireless, smartphone e accesso a piattaforme cloud a ospedali italiani.

Al di là del supporto immediato per le risorse mediche, le misure cinesi volte ad aiutare i Paesi Belt & Road a combattere la pandemia dovrebbero favorire lo sviluppo a lungo termine della BRI, creando fiducia e basi per la futura cooperazione nell’area Belt & Road.

Quale sarà il probabile impatto della pandemia sulle economie dei Paesi Belt & Road?

Invesco Fixed Income calcola che gli ulteriori investimenti pubblici necessari per compensare il calo della crescita nei mercati emergenti si aggirino intorno a 9,7 trilioni di dollari USA.

Alcuni Paesi dei mercati emergenti potrebbero avere difficoltà di finanziamento a breve termine e non è possibile escludere potenziali ristrutturazioni e default. A causa del pesante impatto economico e delle pressioni esercitate dalla pandemia sui fabbisogni di finanziamento, alcuni Paesi dei mercati emergenti necessiteranno probabilmente del supporto di organizzazioni internazionali e altri Paesi, come la Cina, allo scopo di stabilizzare le rispettive economie. La BRI potrebbe teoricamente svolgere tale ruolo.

Footnotes

  • 1 Fonte: Bloomberg L.P. al 31 marzo 2020.

    2 Fonte: Refinitiv BRI Database, al 31 dicembre 2019.

    3 Fonte: Refinitiv BRI Database, al 31 dicembre 2019.

    4 Fonte: Central Banking, al 16 aprile 2020.

    5 Fonte: Central Banking, al 16 aprile 2020.

Considerazioni sui rischi

  • Il valore degli investimenti e il reddito da essi riveniente sono soggetti a oscillazioni (in parte a causa di fluttuazioni dei tassi di cambio) e gli investitori potrebbero non recuperare l’intero importo originariamente investito. Poiché una percentuale consistente del Fondo è investita in paesi meno sviluppati, gli investitori devono essere disposti ad accettare oscillazioni significative del valore del Fondo. Gli strumenti di debito sono esposti al rischio di credito, ossia alla capacità del debitore di rimborsare gli interessi e il capitale alla data di rimborso. Gli investimenti in strumenti di debito di qualità creditizia inferiore potrebbero determinare notevoli fluttuazioni del valore del Fondo. Le variazioni dei tassi d’interesse determinano fluttuazioni del valore del Fondo. Nei suoi investimenti il Fondo si avvale di derivati (strumenti complessi), che essendo soggetti a una notevole leva finanziaria potrebbero causare fluttuazioni notevoli del suo valore. Il Fondo può investire in modo dinamico in più asset/asset class, il che può comportare cambiamenti periodici del profilo di rischio, sottoperformance e/o costi di transazione più elevati. Il rendimento dell’investimento può risentire negativamente delle variazioni dei tassi d’interesse. Il Fondo potrebbe avere difficoltà ad acquistare o vendere determinati strumenti in condizioni di tensione dei mercati. Di conseguenza, il prezzo ottenuto all’atto della vendita di tali strumenti può essere inferiore a quello ottenuto in normali condizioni di mercato.

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