La maggior parte delle categorie dell'azionario statunitense hanno registrato flussi positivi nel T4, però, gli ETF che replicano l'indice standard S&P 500 hanno continuato a dominare con circa 30 miliardi di dollari USA di nuovi asset netti (NNA), molti dei quali affluiti dopo le elezioni. I cosiddetti "Trump trades" si sono verificati anche altrove, inclusi i flussi verso le small cap USA (USD 4,5 miliardi di NNA) e gli ETF del settore finanziario (USD 2 miliardi di NNA). Gli investitori prevedono che tali società beneficeranno delle politiche di deregolamentazione e promozione della competitività nazionale del Presidente Trump.
Outlook
Sebbene sia probabile che la performance delle azioni statunitensi sarà ampiamente guidata dall'attuazione delle varie politiche di Trump nei prossimi mesi, molte di queste sono già note e, pertanto, probabilmente già scontate nel mercato. Nonostante ciò, la misura in cui Trump porterà avanti gli impegni promessi in campagna elettorale rimane incerta, soprattutto per quanto riguarda i dazi commerciali e gli impatti secondari che potrebbero influenzare le sorti (in negativo o in positivo) delle società USA e dell'economia.
Anche i tassi d'interesse potrebbero incidere su alcuni segmenti di mercato sensibili. È probabile che la Fed lasci i tassi invariati nel breve periodo, nel corso del quale la commissione disporrà di ulteriori dati sull'inflazione e sull'occupazione. Nei prossimi mesi sarà opportuno monitorare la spesa e i livelli di fiducia dei consumatori.
Prevediamo che il mercato azionario statunitense rimanga ben sostenuto in questo contesto e che la forza relativa del dollaro USA avvantaggi gli investitori non statunitensi. Tra le società che dovrebbero beneficiare delle politiche di Trump vi sono le imprese finanziarie e quelle che si occupano di sicurezza (fisica e informatica), infrastrutture energetiche, criptovalute e IA.