Il Covid-19 ha provocato un crollo verticale nei settori del commercio e dei servizi, che penalizzerà in modo pesante la liquidità delle imprese nel breve periodo.
Ci aspettiamo un conseguente deterioramento dei fondamentali aziendali, le cui pressioni graveranno maggiormente sulle società industriali e cicliche e sui settori del tempo libero e dei viaggi. La regolamentazione bancaria è stata temporaneamente allentata e i bilanci sono molto più solidi rispetto al 2008/2009, anche se gli accantonamenti per perdite su crediti aumenteranno perché il mercato delle PMI è quello che risente in misura più elevata delle pressioni sul fronte delle linee di finanziamento. Le valutazioni attuali scontano già questo deterioramento del credito.
È quindi chiaro che la natura aggressiva della contrazione della crescita attribuibile alle misure intraprese dai governi per arginare l’epidemia di COVID-19, comporterà un aumento dei declassamenti e del rischio di fallen angel per l’asset class.
Per quanto attiene al rischio d’insolvenza, il default di una società con rating investment grade è estremamente raro e la strategia è pertanto molto meno esposta a tale rischio.
Riteniamo quindi che la strategia sia esposta al rischio di declassamento e non a quello di default. Come sottolineato dallo studio di Moody's sui default annuali (fine gennaio 2020), il numero medio di default nel segmento investment grade globale nell’ultimo decennio e nell’ultimo secolo è stato pari rispettivamente a 1,7/anno e 2,1/anno; si tratta pertanto di un evento estremamente raro.
Le società affrontano di norma un ciclo di declassamenti prima di arrivare al default: continuiamo pertanto a concentrarci sulla gestione del rischio di declassamento.
Per ridurre tale rischio nell’ambito della strategia, il nostro team di analisti Global Credit Research continua ad aggiornare il “Downgrade Candidate Monitor” a mano a mano che la situazione si evolve.
Tale strumento serve a segnalare anticipatamente al gestore un potenziale indebolimento dei valore dei titoli detenuti in portafoglio, orientando quindi la selezione dei singoli titoli e il posizionamento complessivo. Inoltre, aiuta soprattutto a evitare l’acquisto di tali titoli.
Continuiamo ad adoperarci per ridurre ulteriormente l’esposizione al rischio idiosincratico nella strategia, ossia l’esposizione ai titoli che ci sono stati segnalati dal team di ricerca sul credito in quanto candidati al declassamento.
Vale inoltre la pena di sottolineare ancora una volta che, prima di questa fase di volatilità, la strategia sottopesava (e continua a sottopesare) numerosi settori ciclici (come auto, immobiliare e retail) alla luce delle nostre prospettive di crescita ribassiste e che ha quindi beneficiato di tale sottoesposizione al settore auto (oggetto di numerosi declassamenti).